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IL FANCIULLONE

Daniele Sanduzzi

regia Daniele Sanduzzi

anno 2023

attori Daniele Sanduzzi Federico Russo Francesca Anelli Marzia Furlan Vincenzo Petullà

scheda artistica

Genere: Commedia drammatica

Sinossi:
Marco ha 25 anni, un pianoforte e un istrionico amico immaginario a cui non ha nessuna intenzione di dire addio. Il loro rapporto disfunzionale, fatto di insulti, sinfonie e nostalgia di un’infanzia in cui vivere significava sognare, viene messo a dura prova da Carla, la mamma iperprotettiva di Marco, da Riccardo, amico d’infanzia fiero del proprio masochismo, ma soprattutto da Laura, giovane artista col terrore del buio.
Stretto tra antico dolori, passioni pericolose e la possibilità di amare per la prima volta nella vita, Marco dovrà scegliere fra la serenità dell’apatia e il rischio dell’autenticità

Idea:
Quando abbiamo detto addio ai nostri amici immaginari?

Tutto parte dall'infanzia. Sono un’infinità gli psichiatri, gli psicologi e gli studi che hanno ribadito l’importanza e la delicatezza di questa fase; ma basterebbe anche solo scavare un po' dentro sé stessi per comprendere quanto quello che siamo adesso dipenda da quegli anni.

Sono gli anni in cui siamo chiamati per la prima volta all’impossibile missione di sforzarci a comprendere la vita, il mondo, chi siamo, di chi ci fidiamo. Laddove è impossibile darsi risposte concrete, ci si abbandona all'immaginazione. Essa è una tale costante negli anni dell'infanzia da arrivare a prendere per molti bambini una forma, un nome, fino a diventare un vero e proprio amico. E non si tratta di essere stravaganti, tutta la letteratura psicologica è ormai concorde nel ritenere che la creazione dell’amico immaginario sia una tappa importante della crescita.

Chi scrive un vero e proprio amico immaginario non l’ha mai avuto, o forse sì e l’ha già ingiustamente condannato all’oblio, ma la sostanza è la stessa: in quegli anni così delicati, per guardare il mondo ci si affida agli occhi della curiosità, dell’entusiasmo; per comprendere la realtà, ne costruiamo una immaginaria, parallela, che non annulla quella reale ma anzi la eleva.

E si continua così, finché non arriva il giorno in cui diciamo addio al nostro amico immaginario, senza nemmeno dirglielo, senza nemmeno sapere che non lo rivedremo mai più. Forse è anche giusto così, forse no. È difficile dare risposte, ma facilmente sorgono delle domande:

Se quel giorno tardasse ad arrivare? O peggio, se non arrivasse proprio? Da qui parte questa storia.

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