In Gara

Ineffabili Esistenze

Aftalina

regia Matteo Chenna, Lorenzo Pancaldi

anno 2022

attori Matteo Chenna, Lorenzo Pancaldi

scheda artistica

Dentro una Cantina, Mente 1 è seduto su una cassapanca, guarda il vuoto. Mente 2 viene spinto dentro e la porta si chiude. I due non si ricordano chi sono, cosa c’era prima, e perché sono lì: Mente 1 è chiuso in questo posto già da molto tempo, mentre Mente 2 non accetta ciò che sta succedendo.
Il tempo, nella Cantina, non esiste: non sanno che ore siano, che momento della giornata sia e come scorrano i minuti, le ore e i giorni. Dopo un po’ iniziano a dubitare persino che esista una realtà fuori dalla Cantina, oppure pensano di essere morti, o di star sognando. Questi pensieri divengono superflui: dato che, se non si è in grado di provare dove e quando si è, è impossibile anche provare il contrario. Tutto diviene senza senso e fermo, monotono, quasi inesistente.
Mente 1 e mente 2 possono solo cercare tra le centinaia di scatoloni presenti nella stanza e sperare di ritrovare un equilibrio. Un limbo infinito dentro un luogo atemporale e ignoto, aspettando che i ricordi riaffiorino e che la porta si apra di nuovo.
Ineffabili esistenze è un dramma onirico. Lo spettacolo si rivolge a un pubblico medio, per dare l’occasione a tutti di lasciarsi guidare dalle riflessioni che il testo propone. Lo spettacolo consigliato per le scuole, in particolare per il triennio dei licei che affrontano lo studio della filosofia. Lo spettacolo è anche adatto per bambini.
Il tema principale è quello delle domande: questo testo non si pone l’obiettivo di dare delle risposte, ognuno avrà la propria. Gli scatoloni rappresentano in qualche modo la mancanza delle certezze del sistema in cui Mente 1 e Mente 2 sono finiti: troppi scatoloni per poterli aprire tutti, infiniti oggetti dentro di essi che man mano fanno riaffiorare collegamenti delle proprie vite prima della Cantina, talvolta anche giocando a immaginare, come bambini.
Tra gli oggetti che i due personaggi scoprono, compare un libro di filosofia, materia apparentemente sconosciuta. Se all’inizio dell’esperienza nella Cantina le certezze erano poche, leggendo qualche pensiero dei filosofi del passato, vissuti per Mente 1 e Mente 2 forse secoli prima, o forse non ancora esistiti, il caos non svanisce ma viene visto più chiaramente, i ragionamenti diventano limpidi, stimolando con lucidità le riflessioni dei due.

Chissà se dentro una Cantina, senza dover far uso del corpo, saremmo di affrontare i ricordi che man mano riaffiorano di una vita passata, o forse di più vite. Chissà se saremmo capaci di vivere lontani dalla materialità del quotidiano, trasformandoci in semplicemente in “esistenze”. Forse, come per Mente 1 e Mente 2, diventerebbe più istintivo e naturale vivere in una Cantina senza tempo piuttosto che tornare in un mondo ormai estraneo.

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