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LA FAVOLA NERA DEL BOIA IN TUTU'

Collettivo Lubitsch

regia Simone Fraschetti

anno 2022

attori DIO/MEFISTO: FRANCESCO BALBUSSO NATALIA TOPOVA: NATHALIE BERNARDI BOIA in TUTU’: ROSSELLA VICINO/SILVIO MURARI

scheda artistica

Dio/Mefisto architetta la solita beffa ai danni dell’umanità. Gli dà un sogno solleticando le ambizioni e le manie di protagonismo e successo delle persone che ovviamente non sono mai all’altezza del sogno. Chiama a sé Adamah ed Evoh e gli fa mettere in scena l’immortale commedia umana nei panni di Boia in Tutù e Natalia Topova. Boia è una ragazza che per mantenere la famiglia deve travestirsi da maschio dopo aver ereditato il mestiere di carnefice del babbo. Sogna però il palco: attrice o ballerina! Così, durante le esecuzioni, Boia si esibisce con il suo tutù in numeri poetici che si concludono, come da copione, con il taglio di una testa. Un giorno sotto la sua lama capita Natalia Topova, artista di strada cosmopolita che vive di espedienti e che, per i suoi spettacoli assurdi e irriverenti, è stata condannata a morte. Topova intuisce prontamente che il sogno di Boia è l’arte e la convince a scappare insieme: farà di lei un’artista. Finiranno così, tra rocamboleschi tentativi goffamente improvvisati, a mettere a punto l’arte della giocoleria vegana, cercando di cavalcare l’onda delle mode del momento. Eppure, Boia non riesce a lasciarsi alle spalle il mestiere ereditato dalla famiglia, e sogna ancora di uccidere. La complicità che viene a crearsi tra Boia e Topova, le cui personalità risultano inaspettatamente legate da un fil rouge in bilico tra voglia di emergere a tutti i costi, stratagemmi picareschi, comicità dissacrante e animo da outsider, avrebbe presto generato confusioni, rispecchiamenti e ribaltamenti: attrici e spettatrici delle loro stesse vicende, protagoniste sul palco scenico e reiette della società, boia e al contempo carnefici dei meccanismi dello spettacolo, che è anche la vita. Tali contraddizioni danno vita ad una ‘favola nera’: una storia in rima, scanzonata ma pro- fonda e politicamente scorretta, che è la storia di tutti noi, attori e spettatori, protagonisti e comparse di quella continua satira che è il teatro, ma anche l’esistenza. Le due figure di Boia e Topova, due facce della stessa medaglia, rappresentano infatti le vittime sacrificali di un pregiudizio storico: il Boia e l’Attore. Il Boia, uccisore di buoi dell’antica Grecia, maschio ed erede del mestiere di famiglia, è colpito da un’aura di infamia e dopo la morte è sepolto separatamente dagli altri defunti. Stesso destino per l’Attore, seppellito in terra sconsacrata e considerato un indegno ciarlatano.Boia e Attore, ovvero l’incontro di due universi apparentemente inconciliabili, che si ricongiungono nelle stesse sorti ombrose ed ambigue, nello stesso stigma sociale che li invoca per poi disfarsene biecamente, riservendo loro un’onta di perpetuo oblio. La favola nera del boia in tutù, un ironico labirinto in cui vita e show-business si fondono evocato per scelta attraverso un registro comico, seppur introspettivo, è strutturata su più livelli che si incastrano tra loro.

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