In Gara

Strada maestra

Nardinocchi/Matcovich

regia Nardinocchi/Matcovich

anno 2024

attori Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich

scheda artistica

Esiste un patto tra noi e la natura? è ancora un nostro interlocutore? Riusciamo ad osservarla?

A queste domande non avevamo una risposta.
Per questo, con Strada maestra, abbiamo intrapreso un progetto di ricerca - durato più di un anno - che ha avuto l’obiettivo di ridefinire il nostro rapporto con la natura.
Ciò che ci ha accomunati è stata la voglia di uscire dalla città in cui viviamo per esplorare nuovi territori e incontrare molteplici umanità. Abbiamo attraversato diverse regioni: Emilia Romagna, Umbria, Puglia, Lombardia, Piemonte e Toscana; in ogni territorio abbiamo incontrato e intervistato persone che vivono e lavorano a contatto stretto con la natura: contadini, allevatori, produttori di vino, apicoltori, pescatori, enti parco, guide escursionistiche...

Nel rapportarci ai luoghi attraversati e alle persone incontrate ci siamo dati un obiettivo: osservare tutto in modo oggettivo, sospendendo l’io e il giudizio.

Da ciò sono nate delle istantanee oggettive che vengono raccontate nel corso dello spettacolo, sia riguardo ai luoghi sia riguardo alcune umanità incontrate, seguendo in ordine cronologico quelle che sono state le tappe del viaggio.
Grazie agli incontri è nata anche la scena dello spettacolo: un totem costruito solo con materiali e oggetti ricevuti dalle persone intervistate; oggetti che rappresentano il loro rapporto con la natura. Il totem si costruisce man mano che lo spettacolo procede, concludendosi solo nel finale, in cui arriva a rappresentare l’essere futuro, sintesi tra artificio e natura.

Al racconto oggettivo dei luoghi attraversati e alle istantanee delle varie umanità incontrate si alternano degli stralci più intimi e autobiografici, contenuti nei diari durante tutto il progetto di ricerca.
Nello spettacolo quindi si intreccia l’individuale con il collettivo, ci sono elementi soggettivi e autobiografici, ma la “consegna ultima” è uno sguardo oggettivo sulla realtà che ci circonda.

LA CAMMINATA
Lo spettacolo si apre con una camminata da percorrere insieme agli spettatori, in cui sia gli autori che il pubblico stesso osservano in modo oggettivo il territorio che li circonda. L’osservazione oggettiva si basa su tre regole: assenza dell’io; sospensione del giudizio; presenza di almeno un testimone che vada a confermare che ciò che si osserva sia reale e non immaginario.
La camminata inizia e finisce nel luogo in cui avviene poi la rappresentazione e ha una durata di circa 10/15 minuti.
Una volta terminata e arrivati in teatro l’osservazione viene da noi riportata davanti a tutto il pubblico in un’improvvisazione.
Gli spettatori sono poi invitati a dare il proprio contributo all’osservazione stessa.
Anche il finale si modifica sempre: la stessa osservazione del territorio viene da noi trasposta in un futuro utopicoin cui immaginiamo una sintesi armoniosa, concreta e non retorica tra umanità e natura; simbolo di questa sintesi è il totem che nel finale assurge a "essere futuro".

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