In Gara

cassandra venti venti

cronopios dell'associazione botti du schoggiu di carloforte

regia susanna mannelli

anno 2022

attori rita atzeri

scheda artistica

Sinossi Cassandra VentiVenti
Monologo per un’attrice e partitura sonora dal vivo.
Con Rita Atzeri e Antonio Pinna alle percussioni
Testo e regia Susanna Mannelli
La coperta è stata realizzata dall’artista Marta Fontana

La scena si apre su una donna addormentata dentro una gabbia. Si sveglia in uno stato di profonda amnesia, non ricorda chi è e perché è prigioniera. Intorno a lei pochi oggetti appesi alle sbarre, a terra una grande e pesante coperta su cui sono tessute immagini che richiamano simboli di società archetipiche. È proprio attraverso la coperta che riesce a ricostruire la sua identità, a rileggere e ricapitolare la sua vita e come nella tragedia sofoclea chiede agli spettatori di esserne i testimoni.
Cassandra VentiVenti è ispirato al romanzo “Cassandra” di Christa Wolf, in cui risuonano echi di società matriarcali che si fondono con i caratteri della donna violata che incarna, e che saranno a fondamento del genere femminile per l’intero futuro occidentale.
In un flusso di coscienza, resuscitato dalle immagini della coperta, la donna ripercorre la sua vita, cosciente che non è la prima volta, e che ogni volta si sente riattraversare dal dolore provocato dal ricordo delle menzogne che hanno caratterizzato la sua vita. Una vita fatta di intrighi di potere e di convenzioni che l’hanno corrotta fin dall’infanzia.
La prigionia a cui sembra costretta, all’inizio è una cattività simbolica (Cassandra entra e esce dalla gabbia più volte), metafora di una condizione interiore che riguarda ogni essere umano in ogni tempo e in ogni spazio, una condizione ontologica da cui ci si può liberare, come lei stessa sostiene, solo attraverso un cammino di consapevolezza e ricapitolazione che ci liberi dallo stato di sonno patologico a cui siamo costretti da sempre e ci indichi la via per un risveglio definitivo.
Attraverso la coperta, lo spettatore si trova di fronte a scorci di vita vissuta, palpitante di amori corrotti dalle guerre, ricatti, speranze, desideri. E così incontriamo Paride il fratello, Enea, il grande amore mai pienamente realizzato, gli intrighi di corte, Arisbe, la prima moglie del padre, custode di una vita antica ai margini della cittadella lungo il fiume Scamandro dove Cassandra incontra “…quel raduno di dissidenti in cui si viveva la bellezza, e non come ideale, ma come incarnazione di gioia, amore e allegria, canto e danza. Quella fu per me un’immersione nei boschi, tra le montagne della vita, in cui potevo respirare aria schietta, ricca di ribellione (…) Al fiume ogni parola si faceva canto, un canto che insegnò a noi giovani come si sogna restando coi piedi per terra e come coltivare il desiderio di una società incruenta”.

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