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La Topa Bianca - Gabriella Ferri racconta se stessa

Emanuele Bilotta

regia Emanuele Bilotta

anno 2023

attori Daniela Antolini - Flavio Accorinti - Antonio Antolini

scheda artistica

Nel 2024 ricorrerà il ventennale dalla morte di Gabriella Ferri.
Cantante, autrice, attrice, poetessa e pittrice, simbolo della Roma dei quartieri, Gabriella Ferri è stata protagonista di una vita fatta di luci ed ombre che questo spettacolo tenta di ripercorrere passo dopo passo.
Una struttura semplice, la scenografia è infatti composta di solo quattro cubi che vengono mossi nello spazio, per rappresentare la semplicità che ha reso grande la cantante romana, figlia della strada e delle osterie, più che delle paillettes e delle luci della ribalta.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Emanuele Bilotta, è interpretato da Daniela Antolini, nei panni di Gabriella Ferri, da Flavio Accorinti, nei panni di un giovane musicista di strada e da Antonio Antolini che, in un cameo, veste i panni del padre di Gabriella Ferri.
La storia racconta dell’incontro casuale di Gabriella Ferri con un musicista di strada al quale si approccia con la sfrontatezza tipica dei romani e, pur avendolo appena conosciuto, gli racconta fatti e misfatti della sua vita, rendendolo anche menestrello per le sue canzoni. Una confessione intima e totale, pretesto per raccontare la Roma di qualche decennio fa. La Roma di via Sannio con le scarpe vendute alla rinfusa a mille lire “che pe’ fa er paio ce facevi notte”, la Roma di Pier Paolo Pasolini e dei duelli a colpi di stornello con Claudio Villa. Ma pretesto anche per raccontare la depressione e la difficoltà, per le anime pure, di affrontare una vita sotto i riflettori, capitata quasi per caso, temuta e desiderata, amata e odiata, come è successo a lei e alla sua amica, Mia Martini.
Il titolo “La Topa Bianca” fa riferimento al soprannome che le era stato dato da bambina, per quei colori chiari che la contraddistinguevano e largo spazio viene dato alla sua infanzia. Dal rapporto tumultuoso con il padre, commerciante ambulante “du’ pinze e na tenaja” che le ha trasmesso la passione per le canzoni romane, al primo fugace incontro amoroso con “Zelletta” presso il Monte de’ Cocci, alle sue giornate passate a giocare a campana mentre la puzza di cadaveri proveniente dal Mattatoio di Testaccio le riempivano il naso e la testa e le facevano sperare di andare via.
Roma, ma non solo Roma. Gabriella è stata molto altro, quindi c’è modo di parlare della sua esperienza milanese, delle sue interpretazioni di classici napoletani, favoriti dalla storia d’amore con Renzo Arbore che le ha fatto scoprire tutta la realtà artistica partenopea e della conquista del sudamerica dai toni latini e dal calore che portava dentro l’anima.
Un omaggio ad un’artista del popolo, simbolo di un modo di approcciarsi alla musica e alla vita che oggi è stato un po’ dimenticato. Un approccio carnale ad un’artista che, sangue e sudore, ha saputo conquistare tutti e rimanere nella mente delle persone, pur rimanendo sempre distante dalle dinamiche dello show business.

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