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Giostra

AgemòTeatro

regia Gerardo Benedetti

anno 2022

attori Gerardo Benedetti Monica Buzoianu Francesca Santamaria Amato

scheda artistica

Sinossi

Giostra
racconta un triangolo amoroso - un marito, una moglie, un'amante. È una storia piena di ripetizioni,di cliché, e su quelle ripetizioni, si snoda: ogni volta che la scena riparte, si aggiungono piccole differenze, che sommate portano lentamente il testo alla deriva. Ed ecco che una storia assolutamente prevedibile, gradualmente assume contorni paradossali, agghiaccianti, crudeli. O forse no, perché tutto cambia, tranne il male che riusciamo a farci.

nota del regista

Giostra di Michele Ruol, è il racconto metaforico di una lotta per la sopravvivenza dell'uomo all'interno di una società che impone dogmi imprescindibili ai quali aderire assolutamente per poter essere accettati.
Ciò che diventiamo come individui è molte volte la sintesi di un processo di omologazione attuato dalla società civile, che spesso mette in secondo piano i sogni, i bisogni e i desideri personali in virtù di un ostentato benessere e di un mediocre sviluppo. L'essere umano in tutto questo è costretto ad accettare un paradosso, un compromesso dove la parola "Esistenza" non racchiude in sè stessa il senso di fine e mezzo. Per "esistere" siamo costretti ad essere "riconosciuti" in un determinato ruolo sociale e categorizzati in un preciso status.
Il testo presenta una struttura a tre personaggi che sono: Marito-Moglie-Amante; un classico triangolo amoroso, inserito all'interno di una trama la cui disarmante semplicità è il pretesto per indagare rapporti umani basati su una ferocia endemica e le loro evoluzioni nel tempo. Esso fornisce un bestiario di clichè relazionali e psicologici che si snodano abbandonando la diacronia tipica di un testo drammatico, sostituendo ad essa l'asfissiante ripetitività delle scene che si sviluppano partendo sempre dall'inizio, sempre allo stesso modo aggiungendo di volta in volta piccole variazioni sul tema , che sintetizzano in pieno l'ossessiva ripetizione di un rituale abitudinario, quello delle relazioni. Questa Bidimensionalità relazionale dell'inizio si frantuma nel corso delle scene finché appare in tutta la sua violenza demistificatrice la Verità, nella forma di un nuovo amore. Il campione umano analizzato e presentato dal drammaturgo è quello di una "normale" famiglia borghese, al cui interno si consumano perversioni e violenze psicologiche che sono indice di storture emotive profonde e intricate che andranno a debilitare la relazione fino a farla deflagrare su sè stessa. Attraverso la vicenda di questa famiglia mi pongo l'obiettivo di rendere visibile i contorni di una vera e propria gabbia sociale, all'interno della quale ognuno di noi è rinchiuso abbandonando la propria autenticità.
Gerardo Benedetti

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