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DISALLINEATO
MAGMA06
regia VALENTINA FAVELLA
anno 2023
attori NOUR ZARAFI
scheda artistica
‘L’Uomo’, così Hakim Djaziri chiama il protagonista della pièce, non ha nome, o se vogliamo ne ha uno universale, proprio a testimoniare che la sua storia, nella sua specificità, in realtà può accadere a chiunque. Certamente, ci sono delle condizioni: il sentirsi senza radici, relegati ai margini della società, urbanisticamente raffigurata dalla periferia di una megalopoli, ghettizzati alla propria classe sociale, anche se l’espressione risulta riduttiva in un contesto multietnico e multiculturale come quello delle banlieues parigine. Inoltre, il dover lottare fin da piccoli per la sopravvivenza fisica e identitaria, crearsela una propria identità che permetta un orizzonte di futuro, altrimenti l’immediatezza feroce del presente è tutto ciò che riesci a cogliere.
Ed è questo il cocktail di esperienze che trascina il protagonista, dal suo arrivo in Francia nel ’94, a seguito del crescente clima di terrore e guerra civile in Algeria, in una sequenza di scelte sempre più estreme che lo porteranno a un progressivo e disperato isolamento. A fare da contrappunto al racconto del protagonista, sempre recitato al tempo presente, la lettera del ‘Vecchio’, ovvero il padre, che racconta di un passato gioioso che profuma di spiaggia e di mare. Racconta l’amore, e come ogni decisione nasca dall’amore, dal bisogno di migliorare la propria condizione di vita per permetterne una nuova alle persone che si amano di più. Una lettera scritta al calar del sole, con tutta la dolce nostalgia che quell’ora regala agli occhi di un uomo che ha deciso di lasciare il proprio paese per amore della propria famiglia, senza pensare che anche così l’avrebbe persa.
‘Disallineato’, il titolo che ho scelto per la traduzione, descrive una posizione di dissenso, una voce fuori dal coro. Ho scelto questa parola perché esprime un’ambiguità sull’argomento, una doppia lettura che induce a riflettere più che a giudicare. Infatti, anche nel lavoro di regia, in tutti i codici utilizzati, dal gesto fisico, all’elemento sonoro, fino agli spazi disegnati dalla luce, c’è preponderante l’ambiguità, la coesistenza del doppio, degli opposti. La stessa realtà ribaltata, come unica via possibile verso una lettura complessa e complessiva dei fatti. La fede cieca nella religione, prima come fonte di speranza e sollievo dalle ferite fisiche ed emotive, poi come fondamento della propria identità in contrapposizione ai diversi, i miscredenti, e infine come guerra contro il mondo intero, contro se stessi e gli affetti che ci legano alla vita su questa terra; questa fede sorge e tramonta in un unico sentimento, e nel suo ribaltamento: l’amore e l’assenza d’amore. E in questo caso l’amore descritto è quello universale tra esseri umani, e il rispetto che ne consegue, la cura, l’ascolto e la volontà di vedere al di là dei preconcetti e delle apparenze.