In Gara

Love|Paradisi Arificiali

Davide Valrosso

regia DAVIDE VALROSSO

anno 2021

attori interpreti Chiara Ameglio, Giulia Porcu, Olimpia Fortuni

scheda artistica

Energie sottili e invisibili guidano tre corpi sulla scena, incarnano le diverse sembianze di un amore che, nel segno del femminile, genera la propria traccia. Presenze e frammentazioni anatomiche che si nutrono di relazioni tra corpi e oggetti, da cui eros|amore strabocca e prende forma. Dominate e legate nel segno del rosso – come colore dell’amore e della passione, ma anche della violenza, del pericolo e del sangue – generano immagini visionarie che si sgretolano in dinamiche sensuali e di desiderio. Linee e forme geometriche si mescolano, rivelano immagini allucinogene al limite del sogno, capaci di creare mostri o figure sacre, somiglianze, vettori d’urgenza o canali di forza e materia.
I paradisi artificiali sono segni, incisi e tatuati nello spazio, specchi tangibili di un eros nascosto, protesi di un amore che non è in grado di darsi ma che alla fine inevitabilmente ci sovrasta.In Love|Paradisi Artificiali il senso attuale dell’amore si rivela nell’incapacità di amare o di lasciarsi amare, e i Paradisi Artificiali diventano quel luogo allucinogeno in cui la scoperta di un aspetto porta sempre con sé il suo contrario. Viviamo già in un Paradiso Artificiale, un mondo che si fa via di fuga dalla realtà, in cui il sentimento amoroso difficilmente si materializza, come tutto il resto che non riesce a sedimentarsi a causa della rapidità del consumo: una società che non permette più la visualizzazione dell’amore, ancor meno la sua realizzazione.
Per questo l’incarnazione dell’amore trova un rimando nell’omonima opera di Baudelaire, in particolare per l’evocazione di un’atmosfera immateriale e allucinogena, che si ricalca sulla densità dei corpi in movimento, e per la bellezza artificiale, che ha molto a che fare con quello che, in apparenza, potrebbe essere amore. Carica energetica e sottigliezza sessuale prendono forma in un impianto scenico che si nutre di rapporti interpersonali, isolamenti e connessioni con oggetti che generano canali di forza. Sono punti linee e forme geometriche, espressioni elementari e pure di un’incapacità di realizzarsi, una sindrome da eterno ritorno che trova nella ciclicità e nella ripetizione i suoi mezzi sacri e intimamente necessari. I Paradisi Artificiali non sono strati o armature che si sovrappongono sul corpo, sono segni, incisi e tatuati nell’essenza,
specchi tangibili di un eros nascosto, protesi di un amore che non è in grado di darsi e che, inevitabilmente, sovrasta, anestetizzando tatto e anima. L’amore è cieco, è appetito, senza forma o costrizione, violento o delicato, forte o vulnerabile, desiderio e non dipendenza. Eros è inscindibile dall’amore, in tutte le forme in cui può rivelarsi, in cui una sacralità sfacciata si scopre in sensualità astratte, che abitano i Paradisi Artificiali e ne riflettono, come un cristallo, tutte le parti di materia vivente, in uno scenario che condensa lo straniamento di un sogno.

.

Visualizza la scheda completa su SONAR