In Gara

Tempo InFausto

Sartoria Caronte

regia Cesare Inzerillo

anno 2021

attori Iris Barone, Eros Carpita e Marco Sferruzza

scheda artistica

«Saltai su una bicicletta e presi la via, di corsa. Alla prima erta dura non ebbi alcuna pena. Uno strano vigore m’era venuto in tutti i muscoli,
e il vento della sera entrava nel mio petto come in un fogliame nuovo».
Gabriele d’Annunzio

“Tempo inFausto” non è una biografia del grande ciclista, ma prende a riferimento Coppi e alcune immagini della sua vita per parlare del tempo, attraverso una storia dal sapore di “dramma pop”.Un racconto onirico dentro un immaginario fiabesco, surreale. Una visione contemporanea del passato in costante relazione con il presente.
Immaginiamo Fausto Coppi, negli ultimi giorni, quelli in preda alla febbre data dalla malaria, nel coma, dove il tempo è sospeso e parallelo. In quel limbo, Coppi ripercorre le tappe della sua vita. Della sua corsa. Fausto, in sella alla bicicletta sin da bambino, vuol fermare il tempo. Lo vuol fare perché si rende conto presto che mentre il tempo passa le persone muoiono, più lui cresce e più velocemente i suoi cari se ne vanno.
Il suo corpo, così particolare, esile, storto, non crescerà in modo naturale, perché lui rincorrerà il tempo e alla fine lo supererà, e lo fermerà. Fausto sa bene come fare, perché ha lo strumento: la bicicletta che gli ha regalato suo zio Fausto. Il ragazzino di quindici anni, sogna, immagina, ha trovato lo scopo della sua vita: correre, correre tanto forte fino a imparare a volare. Il ragazzino di 15 anni vola con la fantasia, come è naturale che sia a quell’età, soprattutto se hai un talento naturale che spinge nel tuo corpo e nella tua anima. Ogni record battuto è un cronometro fermato, è un tempo che viene scritto. E Fausto stabilirà una lista infiniti di record, scrivendo la storia dello sport, fermando a quegli anni la storia del ciclismo e fotografando quel tempo. Il suo tempo. Il nostro tempo. Tempo inFausto.

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