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I MANOSCRITTI NON BRUCIANO: Il Maestro e Margherita, una visione

Teatro Macondo

regia Alessandra Chieli

anno 2022

attori Alessandra Chieli, Emilio Barone, Anton de Gugliemo, Francesco Petti

scheda artistica

"􏰀I MANOSCRITTI NON BRUCIANO: Il Maestro e Margherita, una visione"􏰁 è frutto di un lungo lavoro di ricerca e indagine intorno al romanzo “Il Maestro e Margherita” di M. A. Bulgakov. Abbiamo provato a raccontare la forza dirompente del grande romanzo russo, quell’􏰂irruzione improvvisa e surreale di una giustizia divina che scende in Terra a disvelare meschinità, arrivismo e profitti scatenando il caos, tentando di tracciare il potere e le sue declinazioni. In questo processo ineluttabile di transizioni e trasformazioni, si compie un continuo ribaltamento della realtà: cosa accadrebbe se fossero i malvagi a parlare di cura e pietà? Se quiete e felicità, non successo e ricchezza, fossero l'agognato cambiamento offerto dal diavolo nel suo patto millenario con l􏰂uomo? Bulgakov si interroga sul confine tra il bene e il male, sulla possibilità di immaginare un mondo senza ombre. Quali ombre e luci si nascondono dietro fatti, parole e persone? In questo scenario di inquietudine e follia, l'􏰂uomo ha ancora un suo ruolo nella società, ma il collaboratore di cui si avvale ha le fattezze del diavolo. Del resto, quando si distrugge ogni certezza, c􏰂è pur bisogno di credere in qualcuno. Chiunque esso sia. Il diavolo bisogna conoscerlo, non evitarlo.
Il Maestro e Margherita è un􏰂opera letteraria ingombrante, illuminante e complessa. Abbiamo cercato di creare un'􏰂opera al contempo ridente e profonda, che possa restituire al pubblico l’􏰂allegria del pensiero; che riesca a comunicare la percezione della mediocrità ma anche della sublimità del mondo che viviamo, che faccia intravedere una speranza, quella che seppur vivendo in una società complessa, difficile e ostile, non tutto è perduto; che il senso di condivisione, il libero pensiero, l􏰂'aspirazione a qualcosa di più alto, non sono qualcosa di morto e inutile. Perché come ribatte Woland: 􏰀I manoscritti non bruciano􏰁. Mai. Ad un lavoro attoriale sempre in divenire si è affiancato un processo lento e chirurgico di studio sulle luci intesa come parte integrante della scrittura scenica e sul suono inteso come creatore di scene, come musica interiore dei personaggi, del loro pensiero, il ritmo del loro vivere. L􏰂'opera è un grande concerto, in cui elettronica, musica classica, rock, voci, sospiri, rumoristica ed effetti dialogano fra loro andando a colorare la scena di significati altri e di rimandi interni. È un lavoro corale in cui gli attori ci conducono in un labirinto rarefatto, passandosi il testimone per trasportarci di situazione in situazione, avanti e indietro nel tempo. Il clima causato dal conflitto russo-ucraino ha impattato concretamente sulla realizzazione del lavoro iniziato nell􏰂autunno 2021. Riuscire a dargli luce è stata per noi una piccola grande rivoluzione.

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