In Gara

LEI NON SA COSA VUOLE

Luisa Merloni- Psicopompoteatro

regia Manuela Cherubini

anno 2023

attori Luisa Merloni, Danile Natali

scheda artistica

Nell’arco di una giornata lo studio di Sigmund Freud è attraversato da diverse figure femminili: la moglie, la figlia, l’allieva e la paziente. Tutto ciò accade oggi, nel nostro presente: Freud, pur concedendosi incursioni nella contemporaneità, è sempre lui, icona atemporale, pietra angolare del pensiero psicoanalitico; Martha Bernays, Anna Freud, Lou Andreas-Salomé e Dora sono donne di oggi, si muovono nel mondo e col mondo, ciascuna a suo modo mettono in crisi il padre della psicoanalisi, che assiste impotente alla sua perdita di potere su di loro. Le donne di Freud in questo testo sono interpretate tutte dalla stessa attrice.
Come nella realtà inconscia, vengono meno il principio di non contraddizione, la logica della veglia, e si allarga la prospettiva in cui si osserva l’eterno conflitto dei generi. L'incontro-scontro fra questi corpi desideranti che non riescono a comunicare tra loro è al centro del dissacrante sguardo dell'autrice.

Note di regia
Questa storia deve fare i conti con due paradossi: Sigmund Freud e le donne reali della sua vita (Martha Bernays la moglie, Anna la figlia, Lou Andreas-Salomé l’allieva e Dora la paziente) sono catapultati nel presente, e le donne sono interpretate tutte da un’unica attrice.
Freud è fermo, a tenere insieme uomo e icona, centro immobile in un tempo senza fede in un centro, animato dalla brama di osservare e comprendere: il divano occidentale dentro di noi, che in analisi ci siamo stati o no. Dietro, davanti, sopra e sotto al divano: moglie, figlia, allieva, paziente, si muovono, occupano tutto lo spazio che c'è, danzano, desiderano, sognano, seducono, fuggono. Così come la quinta donna in scena, l'attrice che tutte le rincorre ed evoca, cercando di fare anche lei i conti con l'uomo barbuto sul divano.
La messinscena è costruita sul contrasto degli spazi: l'immobilità centrale e iconica di Freud versus il viavai delle donne che occupano gli spazi periferici e compiono incursioni al centro, attraversandolo e sferzandolo, cancellano confini e disegnano nuove geometrie.

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