In Gara

Candy, memorie di una lavatrice - schifosamente tratto da storie vere e mai lavate

Iris Basilicata

regia Iris Basilicata

anno 2021

attori Iris Basilicata

scheda artistica

PROGETTO DELLO SPETTACOLO
Nel 2014 il settimanale L'Espresso pubblicò una inchiesta in cui si scoprì che nelle campagne di Ragusa, in Sicilia, circa cinquemila braccianti rumene, vivevano e vivono tutt'ora in condizioni di totale sfruttamento sia lavorativo che sessuale. Ammassate in baracche, nelle case dei padroni, in scantinati, capanni degli attrezzi e lontane chilometri e chilometri dalla vita civile, le braccianti dell'est guadagnano meno di diciotto euro al giorno per più di dieci ore di lavoro ininterrotto. Quando il lavoro finisce, la sera sono costrette a partecipare a festini agricoli organizzati dai propri padroni. Nel monologo Candy, memorie di una lavatrice – schifosamente tratto da storie vere e mai lavate – prende vita la storia di Elena Biru, nome di fantasia, che racchiude molte delle storie di queste lavoratrici silenziose raccontate in Oro rosso, libro di Stefania Prandi, altra fonte da cui il lavoro prende spunto. Le vicende di Elena non sono raccontate in prima persona bensì da Candy, dolce e lavatrice maldestra rinchiusa nel capanno degli attrezzi della casa del Padrone. Le atrocità, la solitudine ma anche la speranza e i sogni di Elena sono tutti “filtrati” dall'elettrodomestico. Nel piccolo stanzino che è tutto il loro mondo, le due sono l'una la famiglia dell'altra. Nel monologo i ruoli sono dunque invertiti: Candy, con la sua dolcezza, ingenuità e simpatia descriverà Elena, come un oggetto senza via di fuga o possibilità di scelte. La vicenda è tutta al femminile: se da un lato la dolce Candy, che studia per diventare la miglior lavatrice d'Italia, racconta dei suoi sogni e di quelli di Elena, dall'altro le violenze sono testimoniante anche dalle kapò siciliane, le mogli dei padroni, completamente obbedienti ed asservite. La storia, dunque, è anche quella della sofferenza delle mogli dei padroni, anche loro rinchiuse nella gabbia del silenzioso assolato dei tendoni delle serre.

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