In Gara

JOANNA KAROL PAUL

Piracanta Teatro

regia Giulia Massimini

anno 2023

attori Ilaria Ballantinini Giovanna Giardina Andrea Triaca

scheda artistica

Sinossi
"E se me resta qualcosa, mi ci rifaccio l'anima" è l’ultima battuta del testo, grido primordiale dei tre protagonisti: Joanna, Karol e Paul.
È la storia di tre adolescenti ai margini, che nel vuoto del normo-sistema circostante e di un tessuto socio-familiare lacerato, tentano di rivendicare il proprio sguardo sul mondo e di stabilire un possibile contatto.
È il meccanismo di un triangolo relazionale, fuori da ogni convenzione, che sfida i tabù rispetto alla propria natura sessuale e sentimentale.
È il tempo mitico dell'adolescenza che si contorce intorno a una domanda fondamentale: che cosa faccio quando ho bisogno di essere amato e nessuno mi guarda?
Proprio per cercare di sottrarsi al degrado, Joanna e Karol si rifugiano in un luogo abbandonato, reso a loro modo ospitale. Joanna persevera nella sua battaglia personale contro l’a-patìa (“che è tutto fuor che assenza di pathos” dirà), registrando ossessivamente i suoi pensieri e fotografando in continuazione Karol: Karol con i suoi capelli rossi e i suoi piedi che non stanno mai fermi, Karol scena muta alle lezioni, diffidente verso questo insieme di codici che le spacciano per universale. Quest’ultima pur prestandosi quasi a oggetto, preserva inviolato il proprio mondo interiore: “Io so un mucchio di cose, okay?” - griderà a gran voce. Paul, di diversi anni più grande rispetto alle ragazze, nasce invece da un vuoto: “Tu credi che ci sia qualcosa che non va in me?” – sarà la sua domanda senza risposta. L’ombra gettata sulla sua origine gli resta attaccata addosso, come il mantello con cui si diverte a camuffarsi. Dapprima spia le ragazze e scopre i loro segreti, poi entra a far parte della loro casa. La simbiosi tra Joanna e Karol si infrange, per aprirsi a un sistema inedito e dalla portata inarrestabile. Cuore pulsante è un onnipresente meccanismo di gioco di ruolo, che tutto tenta, persino la vita stessa e che, in totale sconfinamento dello spazio scenico, investe e coinvolge anche lo spettatore.
Note di regia
L’adolescenza come un periodo mitico, sovrareale, in cui tutto viene messo a ferro e fuoco.
Dall’immaginario suggerito dalla drammaturgia deriva l’idea di ambientare l’azione in uno spazio vuoto, povero, animato da oggetti realizzati tramite il riciclo di materiali di scarto. Una scena confluisce nell'altra, lo spazio e il tempo sono misure a servizio dell'operazione sotterranea diretta al subconscio del pubblico.
La rete di relazione dei personaggi, che non escono quasi mai di scena, muta vorticosamente e si dipana su più livelli. Il linguaggio è fluido quanto le identità dei tre ragazzi, sincopato e a singhiozzi, si spinge oltre i confini, deformandosi e inceppandosi nelle falle del pensiero più intimo. Il costrutto scenico, che predilige la frontalità degli attori, si realizza solo in una compartecipazione totale del pubblico: pubblico percepito come "porzione di umanità" e al tempo stesso "folla", un’incognita con cui creare interazioni inaspettate.

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