In Gara

Sputo (antimonologo di apprendistato)

AgaveTeatro

regia Manuela Cherubini

anno 2023

attori Elena De Carolis

scheda artistica

Sputo è l'apprendistato di una giovane donna all'arte di sputare e nasce dall'incontro di diverse donne, in carne e ossa, di carta, in pellicola.

Nina è in cerca del movimento che le ha permesso di sopravvivere all'orrido in cui è precipitata, come capita a tante, e dal quale è riemersa senza sapere come. La sua ricerca è guidata dall'istinto e procede per incontri con persone, libri, film, documentari sugli animali, agiografie di santi, studi di anatomia, psicanalisi e fisica. Veicolo della ricerca è l'attrice che la traduce, infedelmente, in scena, mescolando tutte le voci alla sua. Ma, una volta scoperto il movimento, bisogna essere in grado di riprodurlo, meglio se con una guida pratica e indicazioni di training.

Un monologo è una forma teatrale anomala, anche se sempre più spesso costituisce la possibilità espressiva più immediata di molti artisti della nostra generazione. Perché sia teatro deve veicolare più voci, quindi abbiamo attinto a materiali diversissimi per la composizione del testo, raccolti negli anni dalle esperienze di entrambe, come gli ingredienti di una ricetta di cucina fusion. Ci siamo impegnate a farlo diventare un anti-monologo: le voci al suo interno non sempre parlano la stessa lingua e a volte non vanno molto d'accordo fra loro.
Sputo è un elogio dell'inciviltà, della necessità di un processo di de-civilizzazione, decostruzione della civiltà attuale, che tanto civile non è e imprigiona donne e uomini allo stesso tempo. Il gesto di rottura, il rifiuto e l'espulsione delle regole che edificano la prigione, sono un primo passo verso la creazione di un altro paradigma di civiltà, dove tutte e tutti potremmo essere soggetti nella relazione con l'altro, dove l'orizzontalità si sostituisca alla verticalità gerarchica.

Abbiamo voluto costruire un racconto che abbia diversi livelli di fruibilità, per poter stimolare la riflessione di tutte e tutti, a prescindere dal livello di alfabetizzazione sulla cultura di genere. Nella forma semplice e diretta del racconto, desideriamo tessere con trame di leggerezza discorsi complessi, riuscire a entrare in dialogo con spettatrici e spettatori, seminare pensiero creativo.
Nella scelta della forma scenica siamo state guidate dallo stesso criterio: costruire uno spettacolo agilissimo, in grado di assumere diverse forme a seconda del contesto e degli spazi, teatrali e non.

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