In Gara

LIBELLULA- panegirico per la libertà

Kaliscopio

regia Irene Curto

anno 2023

attori Irene Curto

scheda artistica

“Libellula – panegirico della libertà” è un canto d’amore in bilico fra lo spavento della ragione e il fascino della follia.

È il lavoro centrale e più poeticamente rivoluzionario, dell’opera poetica di Amelia Rosselli.
La sua poesia è al centro del nostro lavoro.
Cos’è la poesia? E perché metterla in scena? Generare domande è sicuramente il nostro lavoro, e la parola della Rosselli ne genera talmente tante da portare la mente alla resa.
Questo ci interessa forse, la resa della ragione, purtuttavia delineando un percorso logico, teatrale, concreto, deflagrare nella musica, nel limite assoluto del linguaggio, fare della mancanza di senso un vanto, uno scopo.

Nel mettere in scena questi versi così spiccatamente lirici, visionari ed emotivamente struggenti è emersa una donna “grande e piccola insieme”, un esempio di rivoluzione e forza femminile, ma anche di fragilità e di dolcissima umanità in precario equilibrio fra ragione e visione, tra desiderio e rifiuto, delirio ed erotismo, amore e odio, canto e urlo, rabbia e dolcezza. L’interlocutore a cui si rivolge è sempre un TU, un tu amante, Dio, nemico, pubblico... La ricerca dell’Altro da sé verso cui tendere e nei confronti del quale si sente sempre una straziante distanza, è però irraggiungibile e inconoscibile. L’unione verso la quale la poesia tende è l’unione di ogni cosa, non solo dell’amante con l’amato, ma il ritorno ad uno stato di grazia primeva e mistica, dove ogni cosa è insieme luce e miseria.

Libellula è un inno che ci spinge ad accettare le innumerevoli sfaccettature del nostro essere emotivi, irrazionali, umani e per natura fragili, spaccati in due. I suoi versi ci mettono faccia a faccia con la ferita, l’abbandono primordiale, in sostanza con il nostro essere umani, forse bisognosi di pietà, più che di ragione.

Abbiamo scelto una messa in scena scarna, lineare, e musicale.
L’elemento musicale e sonoro è stato fondamentale per restituire il mondo inconscio e
profondo di questa artista.

La funzione drammaturgica del suono è per noi quello di dialogare con l’irrazionale,
predisponendo il pubblico ad un ascolto sensoriale.

Nell’interpretazione attoriale abbiamo lavorato nella direzione opposta rendendo i versi ove possibile concreti, i gesti lineari, situandoli nel luogo teatrale per renderli fruibili e intellegibili a un più vasto pubblico.

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