In Gara

Achille - studio sulla fragilità umana

Condorelli Tringali

regia Orazio Condorelli

anno 2022

attori Salvatore Tringali

scheda artistica

Achille parla di paternità, della complessa relazione a distanza tra un padre e un figlio.
Un lavoro che indaga, con leggerezza e dissimulata intelligenza un segmento importante della cultura contemporanea, il rapporto tra padri e figli maschi e, più in generale, il declino dei modelli maschili legati alla millenaria cultura patriarcale. Un declino di cui oggi si avverte chiaramente l’accadere nella società, nella vita delle persone, nelle relazioni, nella comunicazione pubblica, nella quotidianità un po’ di tutti, e che tuttavia stenta a configurarsi in una dimensione di concreta efficacia politica. Uno spettacolo che non attraversa quest’ambito di riflessione socio-politica e antropologica parlandone in astratto, ma raccontando, o meglio facendo vivere sul palcoscenico, una storia. Quasi non importa se e quanto sia autobiografica, quanto vi sia di necessaria invenzione o quanto sia ispirata dalla vita dell’artista che la porta in scena, la racconta, la attraversa, la incarna con delicatezza, con semplicità disarmante e, al contempo, senza nascondere la sua oggettiva complessità e tipicità.
Note di regia: Achille è una storia dalle forti componenti autobiografiche che ci ha spinto ad imprimere alla scena, attraverso l’uso di riprese video, un taglio decisamente documentaristico.
Abbiamo immaginato una scena scarna: un acquario con un pesce rosso, un telo su cui proiettare foto e filmati in presa diretta. La musica, live, è immersa dentro una drammaturgia sonora liquida,
dove il rumore di acque è pericolo, protezione e via di fuga. Quando nasce uno scrittore, quella famiglia è finita….” diceva il poeta polacco Czeslaw Milosz.
Se invece nasce qualcuno che si occupa di teatro, quella famiglia è destinata a ritrovarsi sulla scena, diremmo noi.

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