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Phoebuskartell

Il ServoMuto Teatro

con: Alfonso De Vreese, Giancarlo Latina, Michele Mariniello, Marco Rizzo, Matteo Vignati, Pavel Zelinskiy
drammaturgia: Michele Segreto
musiche originali da Hanns Eisler e Kurt Weill
arrangiamento brani: Fabio Roveroni e Matteo Vignati
movimenti scenici: Sara Drago e Roberta di Matteo
disegno luci: Iro Suraci
fotografo: Gian Marco Folcolini
105' - Lombardia

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Lo spettacolo

Nel dicembre del 1924 a Ginevra i principali produttori di bulbi a incandescenza di mezzo mondo si riuniscono segretamente per spartirsi il controllo della produzione e della vendita di lampadine. Oltre a uniformare gli standard produttivi, stabiliscono di ridurre la vita utile delle lampadine da 2500 a 1000 ore per garantirsi un continuo e frequente bisogno, da parte del consumatore, di acquistare nuove lampade. Decidono di produrre lampadine peggiori, per produrne di più. L’accordo prende il nome di PhoebusKartell, o Cartello Phoebus. Nel dicembre del 1924 nasce il primo cartello economico su scala globale e viene messo a punto il fenomeno economico noto come obsolescenza programmata.
Noi non eravamo presenti.
Non sappiamo cosa si siano detti.
Questa non è la loro storia.

Partendo dall'evento presentato, lo spettacolo ripresenta gli eventi rileggendoli in chiave grottesca, alternando volutamente momenti storicamente connotati a momenti di dichiarata finzione, sfruttando la base storica per evidenziare le dinamiche sociali, politiche e di mercato del tempo ed evidenziare allo stesso tempo la relazione con il sistema economico odierno, che nuovamente affronta una crisi economica fondata su un'errata previsione di produzione e distribuzione del consumo.
Già nel 1929, infatti, in piena crisi economica e recessione, Bernard London propose di applicare in maniera sistematica l'obsolescenza programmata ad ogni prodotto, così da rilanciare l'economia in stallo con il consumo.
La “fessura” teatrale in cui inserirsi è data dal fatto che il contenuto dell'incontro di Ginevra rimane sostanzialmente sconosciuto. Si conoscono i patti presi al termine di esso ed esiste copia degli accordi firmati, ma non esiste documentazione completa riguardo allo svolgersi dell'incontro stesso. Da qui nasce la possibilità di lavorare sugli eventi staccandosi da una matrice strettamente documentaristica.
La costruzione del contenitore drammaturgico, consente di studiare su piccola scala e con linguaggio teatrale i complessi eventi storici avvenuti su larga scala e quindi, per dirla con Brecht, di comprenderli meglio attraverso un parlar per allegoria; mantenendo tuttavia gli equilibri di potere e le dinamiche sociali proprie del periodo storico post-prima guerra mondiale.
Lo spettacolo prende le mosse proprio dall’incontro dei grandi capitalisti dell’incandescenza, presentandoceli secondo l’iconografia del tempo: grassi, sudati, ansimanti, che divorano e ingoiano sistematicamente tutto ciò su cui possono mettere mano. Il contraltare è fornito dagli operai, interpretati dagli stessi attori: magri, affaticati, sfruttati e abituati a tenere la bocca chiusa pur di preservare il quieto vivere...
Come può scardinarsi una simile situazione? Che futuro si delinea per l’umanità in un simile sistema di valori? Come reagiranno i capitalisti di fronte al brevetto di una lampadina dalla durata di 100.000 ore? E gli operai? E se arrivasse un pesce più grosso...