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Neve

Giovanni Betto

di e con Giovanni Betto
regia Mirko Artuso
53' - Veneto

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Lo spettacolo

NEVE è uno spettacolo incentrato sull'elaborazione del lutto. Anche se, in questo caso, si tratta di un lutto “presunto”. Perché ci sono un “presunto morto” e una “presunta vedova”: così almeno sta scritto sul libretto della pensione di guerra. Potremmo sintetizzare così: occorre prendersi cura del dolore, sennò il dolore si trasmette.
È il 21 gennaio 1943.
Ritirata di Russia.
Neve.
Tanta.
Nell'insensata tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la vita e la morte. Ma la sua scelta segnerà il destino di molti.
Quest\'uomo in qualche maniera ritorna “vivo”, come ombra portata dal vento del tempo. Ma l\'eco di quella scelta primigenia fra vita e morte ha nel frattempo travolto prima una moglie, poi una figlia, poi un nipote. E il nipote, oggi, esige risposte. Perché ha ereditato il dolore che nessuno, né la madre, né la nonna “presunta vedova”, hanno saputo elaborare.
E allora il nipote non ci sta. Basta dolore cattivo. Ci vuole un dolore buono. Per ritualizzare il passaggio ma, soprattutto, il commiato amorevole.
E allora il “presunto morto” parla.
Un monologo/dialogo che spoglia la guerra della sua storicità, per farne invece un paradigma della condizione umana, fragile e illusoria. Ma anche una voce alta, che tutti noi, in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Perché la morte, vera o presunta che sia, non può togliere vita. Per questo si alza questa voce. Una voce che grida l\'attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a gioire, ad amare e a inseguire il nostro essere di felicità.
Per scioglierla la neve.
Tutta.