Animanera
regia Aldo Cassano
anno 2021
attori Alberto Boubakar Malanchino, Delma Pompeo, Aron Tewelde
scheda artistica
Lo spettacolo è composto di tre episodi che raccontano da differenti punti di vista la discriminazione razziale come confine e limite del confronto tra le diverse culture e che, in diversi gradi, è insita in ognuno di noi.
I° episodio
LA PANCHINA di Davide Carnevali
Due giocatori di una squadra di calcio della periferia milanese attendono di entrare in campo, seduti in panchina. Mentre la partita segue il suo corso, i due prendono coscienza del loro rapporto con il pubblico, si chiedono se siano sufficientemente visibili e se il loro rappresentante sia effettivamente capace di dare voce alle loro esigenze. Riflettendo così sul loro ruolo all’interno di una società sportiva che diventa (una brutta) metafora della società all’interno di cui tutti viviamo.
II° episodio
L'UOMO CON GLI OCCHIALI - Sulla nostra Stupidità di Greta Cappelletti
Siamo partiti da due parole 'ospitalità' e 'invasione', ma avevamo bisogno di una metafora che restituisse con ironia lo stigma della minoranza razziale. La scelta è caduta sugli occhiali, al fine di creare un mondo fittizio dove la regola è: se porti gli occhiali sei una minoranza e, di conseguenza, sarai trattato in quanto minoranza. Insomma, portare gli occhiali è non essere inseriti appieno nella società per diritto di nascita.
L’uomo con gli occhiali vive in un contesto in cui avere gli occhiali è socialmente accettato, in una visione politically correct e di superficie, insomma: “sei dei nostri ma ricordati che porti gli occhiali”.
Ma non puoi fartene una colpa di portare gli occhiali, non è una scelta, sono cose che accadono. Come può accadere di incontrare qualcuno, l'altro.
L'altro è l'amore, è una ragazza senza occhiali, qualcuno che non era previsto. Cosa accade all'uomo con gli occhiali quando incontra una ragazza vedente? Il confronto con il diverso svela la nostra più segreta impreparazione ad accogliere l'altro. L'uomo un tempo discriminato, discrimina a sua volta.
III° episodio
MANI BLU di Magdalena Barile
Un elogio della rabbia e la riflessione sul perché e come si possono combattere le ingiustizie senza odiare, disfare senza distruggere e senza farsi distruggere in una società, la nostra, dove è venuto a mancare “la narrazione salvifica del contratto sociale”. Un invito ad andare a fondo alla propria forza di opposizione e resistenza come pratica quotidiana necessaria, ad accogliere e vivere in uno stato di perenne e violenta agitazione. Finché c’è rabbia c’è speranza dunque e da qui nasce l’ispirazione per Mani Blu. Una madre e un figlio, ai margini. Nikko è un ragazzo italiano di seconda generazione ed è la vittima predestinata delle prepotenze del suo quartiere: povero, nero e omosessuale. Oz è sua madre, vittima predestinata in Italia come nel suo paese di origine: povera, nera e sola. Il futuro visto dal loro monolocale di periferia è cupo ma Nikko scrive