Alessandro Sesti
regia Alessandro Sesti
anno 2019
attori Alessandro Sesti - Attore
scheda artistica
-Andrea… stiamo invecchiando, anche noi qui ormai siamo a rischio-
-Che ti devo dire, tutto finisce prima o poi”-
-No, no, macché fine e fine! Se siamo vecchi noi, vorrà dire che ci penseranno i nostri figli a continuare-
Andrea Dominijanni è un testimone di giustizia calabrese che nel 2014 ha avuto il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta.
La Calabria non si raggiunge facilmente: viaggi per centinaia di chilometri e ce ne sono più del doppio ad aspettarti.
La Calabria non si comprende facilmente: ascolti centinaia di storie e ce ne sono più del doppio ad aspettarti.
Anche i pranzi in Calabria non hanno mai fine, come la strada da fare e le storie da ascoltare e da scoprire.
Sant’Andrea Apostolo dello Jonio è terra arida, difficile da coltivare e sofferente. Un’aridità presente da sempre non solo nelle zolle di terreno, ma anche nella società spaccata in mille pezzi, divenuta ormai polvere al vento.
Lungo la Ionica, come amano dire i calabresi, la ‘ndrangheta è come la polvere frutto dell’aridità: si posa ovunque, si insinua negli angoli più nascosti, sporca cose ed anime; la respiri senza accorgertene, è parte di gran parte di ciò che ti circonda; un sistema parassita in un sistema sociale, politico ed economico incapace di trovare soluzioni che, se non efficaci, siano almeno dignitose.
La ‘ndrangheta è come un arto in cancrena che non ti lascia scelta: amputare e sopravvivere senza una parte di te, oppure lentamente essere divorato vivo.
Andrea ha fatto la sua scelta e quel pezzo di sé che ha tagliato via gli ha fatto conquistare la libertà.
Dal 2014, anno in cui ha prima denunciato e poi testimoniato contro i componenti di alcune delle ‘ndrine a più alto tasso di mafiosità della fascia ionica catanzarese, vive sotto scorta e non può più muoversi autonomamente, uscire da casa come e quando vuole. Grazie al suo atto d’amore verso la società, la giustizia ma soprattutto verso la sua grande e bella famiglia, Andrea ha contribuito ad infliggere un colpo durissimo alla ‘ndrangheta ionica.
Sono stati trenta gli anni di sottomissione alle leggi e alle prepotenze mafiose che Andrea ha ricostruito nelle sue testimonianze, grazie alle quali sono stati arrestati e condannati i principali capi bastone e sgarristi delle ‘ndrine operanti nell’area.
Purtroppo la storia ci fornisce una certezza: la ‘ndrangheta non dimentica. Non è una questione di “se”, ma di “quando”.
E tutti noi abbiamo un debito enorme con Andrea e le persone come lui che hanno sacrificato tutto per un bene superiore, per tentare di migliorare questa società che sembra impossibile da cambiare. Non possiamo limitarci a guardare gli altri fare qualcosa e continuare a lamentarsi. Dobbiamo raccogliere questo esempio. Quello dei testimoni di giustizia.
Non basta limitarsi a proteggerli mettendoli agli “arresti domiciliari” sotto scorta.
Non basta.
Non può bastare.