Matroos DanceTheatre Company
regia Lisa Rosamilia
anno 2017
attori Lisa Rosamilia - performer
scheda artistica
Lo sguardo di Anamoni si dilata nell’acqua. Vive connessa a una muraglia galleggiante di porte e finestre, che è casa e scialuppa e da quel veliero fatiscente osserva il mare e attende. Fluttua l’assenza, la perdita, si disperdono e inabissano visioni, Anamoni tesse la tela dell’attesa. Compone il suo quadro di corde e reti che legano telai di vecchie finestre, la sua fragile imbarcazione, unico rifugio nel mare della sospensione a cui la costringe l’attesa. Tessere e disfare si trasformano in una danza ritmica, temporale, alternata a momenti di stasi fra trame e spazi di tessuto. La musica risuona attraverso i passaggi di fili sulla tela, come se fosse essa stessa a produrli. Anamoni tesse tele reali e metaforiche, fila nell’attesa trame e orditi, in un’architettura che imbrogli il tempo, un non luogo dove niente è ancora accaduto e tutto deve ancora succedere, un apparente tempo immobile, che si consuma in attesa di un divenire.
Note di Regia
Spettacolo di TeatroDanza dove oggetto scenografico, composizione coreografica e musica si intrecciano comunicando tra loro. Lo spettacolo prende spunto dalla figura della Penelope omerica rielaborando il personaggio classico nella rappresentazione di un’attesa instabile e mobile, spesso fine a se stessa. Anamoni è una Penelope contemporanea, non c’è nessun uomo da aspettare, né Proci da ingannare, ma solo uno spazio da riempire sempre in bilico con il vuoto e una tessitura che non è inganno del tempo, ma inseguimento e fuga, costruzione e creazione.
La Scenografia e la Danza
La dimensione di Anamoni è una memoria sonora, visionaria e materica. La memoria contenuta nell’oggetto di una vecchia finestra che ha visto, riflesso, atteso, è collegamento e ispirazione per la natura del personaggio e del racconto di Anamoni. L’elaborazione dello spettacolo parte dal recupero di vecchi infissi, reti da pesca e materiali in disuso ricontestualizzati nella costruzione della scenografia; una tela-telaio costruita in sezioni, tessere, stanze, scultura vivente e mezzo necessario alla danza. La tela, intesa come uno specchio del sé, attraverso giochi di tessuti, video proiezioni, luci e ombre, rimanda all’immaginazione e al disvelamento dell’invisibile. Vuoti e pieni, stasi e movimenti di fili che vengono intrecciati, dove il continuo fare e disfare è movimento circolare in cui ogni cosa è eternamente attesa, sperata e rimandata.
La Musica
La musica alterna composizione per pianoforte e violino, a sonorizzazioni realizzate dalla stimolazione sonora della scenografia stessa. Dalle tensioni delle corde e dei tessuti sulla tela, dalle reazione al movimento del corpo in essi, nasce la musica, che risuona dalla tela come fosse un’arpa, un organo, un tamburo, un violino. La musica è arricchita da sonorizzazioni di elementi naturali come onde del mare, cigolii del legno, strofinii di fili e fruscio della sabbia.