Sara Parziani
regia Sara Parziani
anno 2019
attori Sara Parziani
scheda artistica
Testo selezionato per il progetto “Scritture”, ideato da Lucia Calamaro, e vincitore del Primo premio di drammaturgia contemporanea per la sezione del Progetto DOIT festival L'Artigogolo scrittori per il teatro 202'.
Questa è la storia di una bambina che diventa grande.
Lungo un percorso di crescita in cui a segnare le tappe sono problematiche fisiche che con il tempo spariscono, si ripresentano, cambiano, ci si muove tra un mondo esteriore popolato da famiglia, ospedali, scuola e un mondo interiore popolato da storie e personaggi fantastici.
Camminando tra questi due mondi, il desiderio di essere come gli altri e la fatica di capire qualcosa in più di sé, la bambina diventa grande confrontandosi, senza saperlo, con una “malattia rara”, ma scoprendo la libertà di poter essere se stessa e di poterlo raccontare.
“Quanti punto deboli si possono avere in contemporanea?”, questa è una delle tante domande che vengono sollevate durante lo spettacolo, un monologo che parla di punti deboli, di fragilità, ma anche, soprattutto, della libertà di poter essere se stessi e di poterlo raccontare.
Il monologo si presenta come un romanzo di formazione a carattere autobiografico dove il percorso di crescita coincide con la consapevolezza, attraverso una serie di sintomi definendo, appunto, un'anamnesi. Si tratta della Sindrome di Ehlers – Danlos, una malattia rara che colpisce il connettivo.
Ma la parola romanzo del titolo è rivolta, inoltre, ai libri, alla fantasia e alle strategie che ognuno di noi mette in campo per trasformare una situazione, inventarsi un rifugio e allo stesso tempo un modo nuovo per spiegarsi quello che faticosamente ci si spiega.
Se la trama portante è indubbiamente quella sanitaria, le tematiche sollevate sono più ampie, andando a toccare con forza il tema dell'identità, della sua costruzione e accettazione a livello individuale e collettivo, come il “perché a me?” che si chiede quando ci sentiamo diversi, dimenticandoci che proprio questa è una domanda che, invece, ci accomuna tutti e che quello che, forse, vorremmo sapere è “perché non a me?”. Come anticipato, un altro tema è sicuramente quello delle strategie di sopravvivenza che ognuno di noi ricerca e si crea, degli spazi di libertà all'interno di costrizioni, proprio come, a ben guardare, è capitato di vedere anche in questi tempi rabbuiati dal covi-19.
Infine, un'ulteriore questione toccata dallo spettacolo è lo scoprire di potersi mostrare davvero agli altri superando il timore del giudizio, la libertà, di nuovo, di poter raccontare anche le cose più importanti e difficili, scoprendo che, sorprendentemente, spesso gli altri sono più pronti a capire le parti di noi stessi.
Per parlare di tutto ciò, il linguaggio scelto vuole mescolare poesia e ironia per creare un'atmosfera surreale e leggera, ma di quella leggerezza calviniana che non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore.